Formule mortali
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Formule mortali

Formule mortali di François Morlupi, editore Croce Libreria

Formule mortaliIl commissario Ansaldi, la sua vice Loy, Leoncelli, Di Chiara e Caldara sono cinque impavidi investigatori della polizia di Roma, nel quartiere Monteverde. E proprio nel loro territorio si verifica un tremendo omicidio. Il cadavere di un uomo fatto a pezzettini viene ritrovato in un parco da un passante. La cosa più bizzarra è che gli arti spezzettati compongono la famosa formula di Einstein: E=mc2.

Nemmeno a dirlo i poliziotti brancolano nel buio e sono atterriti dalla macabra scoperta e dal suo possibile movente. Subito si pensa a un serial killer e infatti, a breve, un altro corpo smembrato appare nella capitale. Quando anche un terzo omicidio, in Corsica, viene associato agli altri due per le stesse modalità di esecuzione, il quadro è completo. Con fatica e grande sofferenza i cinque investigatori risolveranno il caso, o almeno così credono…

Una macchina in rodaggio

Come in molti esordi la macchina narrativa è in rodaggio. La parte che più mi ha lasciata perplessa è quella inerente a stile e linguaggio. Il tutto avrebbe avuto bisogno di essere riveduto con calma per smussare le imprecisioni, cassare i termini usati impropriamente, oliare la sintassi talvolta cigolante e sistemare qualche errore ripetuto di ortografia. Il linguaggio, sia nei dialoghi che nelle descrizioni, è molto semplice, alla portata di tutti, simile al parlato di molti. Una revisione formale al testo e alla trama per donare un pizzico di originalità avrebbe giovato non poco e avrebbe reso la lettura più piacevole.

I personaggi ricalcano quelli in voga in molti polizieschi, a iniziare dai bastardi di Pizzofalcone. Troviamo cinque persone tormentate, a volte anche troppo, con gravi traumi alle spalle e preda di squilibri psicofisici.

La trama è quella classica di un thriller con i detective a caccia dello spietato assassino. Il tema portante è la scienza e la caccia all’improbabile trattino di collegamento tra Relatività, Teorema di Pitagora e la Legge di Boyle per i gas. Cosa unisce le tre formule sotto un unico comun denominatore? Il lettore lo scoprirà leggendo.

Tutto nel complesso procede secondo i canoni del genere, senza grandi sorprese. Proverò a leggere i successivi per vedere l’evoluzione stilistica dell’autore.

Nota conclusiva: la nuova versione, edita da Salani, ha subito un editing pesante e assolutamente necessario che ha ovviato ad alcune pecche rendendo la lettura molto più scorrevole.