Ghiaccio-nove
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Ghiaccio-nove

Ghiaccio-nove di Kurt Vonnegut, Feltrinelli editore

Ghiaccio-noveIl giorno dello sgancio della bomba su Hiroshima ha cambiato il mondo. E proprio su questo triste evento uno scrittore, ovvero John l’io narrante del romanzo, decide di scrivere un libro: “Il giorno in cui li mondo finì”. Vuole ricostruire quello che Felix Hoenikker, l’ideatore della bomba, stava facendo quel giorno assieme alla sua famiglia proprio mentre l’ordigno mieteva vittime. Ma, visto che lo scienziato ormai è morto, lo scrittore si basa sulle testimonianze dei tre figli: Angela, Frank e Newt.

Come se non bastasse la bomba nucleare, Hoenikker ha ideato anche un’altra terribile arma di distruzione, il ghiaccio-nove, un composto in grado di congelare l’acqua a qualsiasi temperatura e che in sostanza può ghiacciare il mondo intero tramite una rapidissima una reazione a catena.

John quindi si reca in un’isoletta dei caraibi, la Repubblica di San Lorenzo, governata da un dittatore gravemente malato. In quest’isola sono convenuti anche i tre figli di Hoenikker, ognuno dei quali possiede una scheggia del terribile ghiaccio-nove. Cosa accadrà?

C’è un karass per tutti

La premessa al libro è che “tutte le verità che sto per dirvi sono spudorate menzogne” come direbbe il saggio Bokonon…

Il romanzo è una satira, in stile dottor Stranamore, che dileggia e sbeffeggia la corsa alle armi di distruzione di massa. Il ghiaccio-nove è l’arma finale, quella in grado di distruggere tutta la vita sulla terra se chi la possiede non usa buon senso. I protagonisti sono tutti delle caricature, con comportamenti fuori dalle righe e dialoghi che talvolta sconfinano nel non-sense.

Sullo sfondo il Bokononismo, la strana religione inventata dal signor Johnson, uno dei fondatori dell’improbabile Repubblica caraibica. I principi di Bokonon sono racchiusi in un libro di massime, che sono dichiarate essere menzogne. La principale di queste è che ogni essere umano sia chiamato, da solo o in gruppo, a realizzare un progetto divino che solo Dio conosce. Tutti quelli che concorrono a realizzare uno stesso progetto divino appartengono a un karass. Sono falsi karass i gruppi che aderiscono a una stessa ideologia o appartengono a una nazione.

Il romanzo è decisamente particolare, dai tratti surreali. Il lettore viene condotto alla scoperta dell’isola caraibica e dei precetti della sua bizarra religione attraverso John e i suoi dialoghi con gli altri personaggi.

La narrazione tra utopia e sogno è una critica feroce all’umanità che viaggia veloce verso l’autodistruzione. Totalitarismi, religioni integraliste, razzismi convivono nella parodia di Vonnegut assumendo forme estreme e grottesche.

Di sicuro molti dei temi affrontati sono profondamente attuali e la lettura del libro non può che far riflettere con attenzione su cosa ci potremmo aspettare in un futuro non troppo lontano. Perché a volte anche le parodie possono realizzarsi…