La vendetta del professor Suzuki
La vendetta del professor Suzuki

La vendetta del professor Suzuki

La vendetta del professor Suzuki di Kotaro Isaka, edizioni Einaudi

La vendetta del professor SuzukiIl giovane professor Suzuki insegna matematica in una scuola di Tokyo e la sua vita scorre tranquilla assieme alla moglie. Ma tutto cambia quando un pirata della strada investe la donna uccidendola. Al volante c’è un giovane scapestrato, figlio di un boss della malavita E così il timido professore decide di farsi giustizia da solo infiltrandosi nella banda di delinquenti per arrivare al loro capo, il famigerato Terahara. Ma ecco che la sorte cambia le carte in tavola e mentre Suzuki sta per essere messo alla prova per diventare un affiliato, il figlio di Terahara viene spinto sotto una macchina dal misterioso Spingitore. Suzuki è incaricato di seguire le tracce di questo strano personaggio ma non sa che a sua volta altri improbabili e pericolosi individui hanno ricevuto incarichi simili. Il Balena, un killer che istiga al suicidio le sue vittime, e il Cicala, uno spietato esecutore, sono anch’essi alla ricerca dello Spingitore. Chi riuscirà a trovarlo per primo? E quale sarà l’epilogo?

Siamo di fronte a un giallo insolito che trasuda ironia a ogni pagina. In primo piano c’è il racconto surreale della ricerca del fantomatico Spingitore e in secondo piano i tre protagonisti, Suzuki, il Balena e il Cicala che si alternano nella narrazione. Le loro vite e le loro sorti si intrecciano fino alla confluenza finale.

Divertente ma non troppo

I temi affrontati in tono spesso scanzonato non sono però così leggeri come potrebbe sembrare a prima vista.

Tokyo in particolare e la società in generale sono paragonati a enormi sciami di insetti, come formiche o cavallette, costretti a vivere e a muoversi tutti insieme, eseguendo gli stessi gesti.

“L’impressione era quella di vedere insetti dai colori sgargianti che si contorcevano spasmodicamente.”

In questo variopinto e compatto sciame lo Spingitore si distingue e spicca come l’elemento che va controcorrente, un killer fuori dagli schemi.

Il Balena invece è un esperto nell’arte di istigare al suicidio. I suoi committenti sono politici che vogliono liberarsi di avversari o di alleati divenuti scomodi. Il Balena sa che corde far vibrare e come convincere le sue vittime con poche e semplici parole e ottiene sempre ciò per cui è assoldato. E così in un colpo solo l’autore mette a fuoco due dei problemi che affliggono il Giappone: il dilagare della corruzione, con la conseguente sfiducia nella politica, e il moltiplicarsi dei suicidi, una vera e propria piaga sociale.

Il Cicala invece è solo un killer anaffettivo, uccide perché è il suo lavoro, senza alcuno scrupolo morale. È il perfetto esecutore che non si pone domande.

Suzuki invece è un granello di sabbia che si introduce in un meccanismo che sembra funzionare alla perfezione per poi essere improvvisamente inceppato. Si potrebbe considerare in qualche modo come l’alter ego dello Spingitore. I due uomini infatti sono degli outsider che deviano dal comportamento abitudinario degli uomini insetto e creano il caos.

Un libro particolare sottolineato da un crudo humor nipponico.