I diavoli di Tokyo Ovest
I diavoli di Tokyo Ovest

I diavoli di Tokyo Ovest

I diavoli di Tokyo Ovest di Tommaso Scotti, Longanesi editore

I diavoli di Tokyo OvestNuova puntata delle indagini di Takeshi Nishida, l’ispettore mezzosangue, così si autodefinisce in quanto mezzo americano e mezzo giapponese. Questa volta il caso lo coinvolge particolarmente perché la vittima, Jin Kazama, è un suo ex compagno di scuola. Il corpo è ritrovato in un parco e la causa della morte sembra il suicidio. Ma perché ha in tasca il biglietto da visita di Nishida? L’ispettore inizia a indagare nell’ambiente della vittima, quello dei bosozoku, bande di motociclisti, bizzarri personaggi che vivono al limite della legalità.

Molti avrebbero avuto un motivo per liberarsi di Jin, ci sono ad esempio vecchie ruggini che avevano causato la divisione della gang e il rifiuto di associarsi alla yakuza. E poi come sempre non bisogna trascurare la famiglia: una figlia che riappare, un padre miliardario e una sorella quasi perfetta. Chi sarà il colpevole?

Dal Giappone con furore

Takeshi ancora una volta ci porta nel cuore del Giappone osservandolo con uno sguardo da mezzo occidentale. Ci porta dietro le quinte della splendida scenografia rivelando angoli bui, depressioni, ansie, tormenti nascosti da una rituale formalità.

Non ci sono solo paesaggi indimenticabili colorati dai rosei ciliegi in fiore in primavera e dai ginkgo gialli in autunno. Al di là dell’apparenza idilliaca da quadretto di Hokusai si celano profonde fratture nell’animo e nella società.

Accato a Nishida troviamo i personaggi che ormai conosciamo, la terribile ex moglie, la figlia Mia, il collega goloso, l’acuto medico legale, il venditore dei migliori ramen di Tokyo.

In questo episodio l’autore sceglie però una modalità di racconto più liricheggiante e meditativa che scivola tra le foglie in caduta libera in una fredda giornata autunnale. La foglia tutto vede: drammi e gioie, ingiustizie e riconciliazioni. Segue le vicende umane con distaccata partecipazione mentre accetta l’ineluttabilità dell’eterno ciclo della morte e della vita.

“Questa è la storia di una foglia che cade. È la storia di una musica triste, che la foglia scrive in silenzio mentre vaga nell’aria in balia delle correnti. Sa che forse nessuno sarà mai in grado di ascoltarla, ma lei la compone lo stesso. È una sinfonia, la sua. Una sinfonia che inizia con un preludio di vento. Un soffio che prima scuote, poi carezza e infine seduce. Sussurra alla foglia che il suo tempo è arrivato. Vieni con me, le dice. Concedimi un ballo, in questa sera d’autunno. Vieni con me, insiste, a vedere il mondo. Che ci stai a fare qui, ancorata a questo vecchio acero. E troppo testardo è il vento, e troppo curiosa la foglia. Inutile, in fondo, opporsi al proprio destino. Tanto vale, con garbo, lasciarsi rapire e iniziare a danzare.”

E sembra quasi di vedere Snoopy che accetta l’invito della foglia a danzare con lei mentre risuonano sommesse le note di Rifluisce il fiume di Branduardi:

“Cosa dice il ramo alla foglia
che all’autunno va?
Non racconta poesie ma sa…
Rifluisce il fiume se la neve va,
di certo a primavera come gemma lei tornerà;
Il cerchio della vita lei a lui riunirà.”