Le quattro casalinghe di Tokyo
Le quattro casalinghe di Tokyo

Le quattro casalinghe di Tokyo

Le quattro casalinghe di Tokyo di Natsuo Kirino, Beat editore

Le quattro casalinghe di TokyoYaoyoi, Masako, Yoshie e Kuniko sono quattro donne che svolgono il turno di notte in uno stabilimento ci cibi confezionati. Una sera la giovane Yaoyoi, esasperata, uccide il marito, Kenji, che stava dilapidando il patrimonio familiare in donne e gioco. Presa dal panico si rivolge a Masako perché la aiuti a sbarazzarsi del corpo. Masako accetta e assieme a Yoshie taglia l’uomo a pezzetti che mette in tanti sacchetti della spazzatura. Masako, Yoshie e Kuniko dovranno lasciarli nei cassonetti in diversi punti della periferia. Ma Kuniko che non ha voglia di perdere troppo tempo li lascia nei cestini di uno dei parchi cittadini. Il loro ritrovamento darà inizio a una serie di eventi imprevedibili e cambierà la vita di tutte e quattro.

Donne e uomini

Le quattro donne sono incredibilmente diverse tra loro ma accomunate da una stessa triste sorte. Yaoyoi è vittima di un marito con il vizio del bere, del gioco e delle donne; Yoshie è vedova, ha due figlie scapestrate e una suocera invalida e tiranna da accudire; Kuniko è stata lasciata dal compagno e accumula debiti sognando una vita che non può permettersi: Masako vive con marito e figlio ai quali ormai non parla nemmeno più. Tutte e quattro sono sostanzialmente sole e portano da sole il carico di una vita familiare fallimentare.

È in queste circostanza che si sviluppa il dramma, a tratti splatter, che porterà le protagoniste a diventare ciniche ed insensibili, vittime di una società che le spersonalizza e che le priva di dignità. Donne e uomini sono congelati in ruoli fissi da cui non riescono a uscire.

I personaggi maschili hanno per lo più connotazioni negative come i compagni delle quattro donne o il criminale Satake o il piccolo usuraio Jumonji. Solo Kazuo, di origini brasiliane, si salva con il suo giapponese zoppicante e i suoi sentimenti delicati.

La condizione della donna e la sua insoddisfazione sono descritti con spietata precisione. Ciascuna delle protagoniste ne incarna un aspetto. Masako è l’unica che tenta di ribellarsi e che vuole uscire dagli stereotipi per vivere una vita autonoma.

Il finale sfocia in bagno di sangue tra il macabro e il grottesco in cui amore e morte si fondono e si confondono.

Un libro decisamente particolare, specchio di una società molto diversa dalla nostra. La riflessione sulla condizione femminile lì, come qua, riveste un ruolo particolarmente importante. L’obiettivo è raggiungere una vera parità e uguaglianza a livello globale senza mascherare le umiliazioni e le violenze dietro tradizioni sociali o religiose. Non c’è nessuna ragione valida perché le donne non abbiamo la stessa dignità e le stesse libertà degli uomini.

Anche la lettura è un modo per osservare la società e per porsi delle domande. Il libro della Kirino, anche attraverso i suoi eccessi grandguinoleschi, riesce nel suo intento.