Il redentore
Il redentore

Il redentore

Il redentore di Vincenzo Galati, Ugo Mursia editore

Il redentoreIl commissario Giuseppe Malaspina è un abile profiler avvezzo a entrare nella mente dei criminali. Non capita spesso che debba mettere in moto le sue capacità, ma questa volta a Siena sta accadendo qualcosa fuori dall’usuale. Sembra proprio che un serial killer abbia iniziato a mietere vittime nella sonnolenta città medievale. Una serie di inquietanti e macabri delitti si sussegue e gli inquirenti non riescono a trovare un elemento in comune tra i delitti se non il modus operandi efferato dell’assassino.

Malaspina inizia a indagare assieme alla sua squadra composta dal suo vice e braccio destro Giulio Capaccioli, dall’ispettrice Lara Benocci e dal sovrintendente Diego Volpato, ma sembra che gli omicidi non si fermino e la cittadinanza inizia ad avere paura. In una corsa contro il tempo il commissario dovrà scoprire chi è il colpevole e cosa lo spinga a uccidere. Tanto più che l’ultima vittima designata potrebbe essere proprio lui…

Un Seven toscano

Lo stile è scorrevole e la lettura procede senza intoppi.

La trama, con vaghe reminiscenze di Seven, si dipana seguendo due percorsi paralleli, quello degli omicidi seriali da un lato e quello dei segreti di Malaspina dall’altro. Com’è naturale, la soluzione del caso è il punto di raccordo tra le due storie e si scoprirà solo alla fine, anche se il colpevole appare ben delineato già da molto prima.

I delitti seriali e rituali allo stesso tempo sono il fulcro della narrazione e gli elementi comuni e ripetuti servono a tratteggiare la psicologia del killer e i suoi intenti. La scelta delle vittime e le modalità di esecuzione si chiariscono poco per volta e, come spesso accade in questa tipologia di romanzi, sono davvero al limite della plausibilità.

Il genere, che trae il suo humus da film e libri americani e che ha trovato nuova linfa negli autori del nord Europa, funziona con cliché rodati che prevedono un serial killer spietato e turbato da un qualche evento dell’infanzia e un poliziotto, spesso altrettanto turbato, che deve capire il suo modo di agire per riuscire a scovarlo. Le vittime possono essere casuali o meno, ma il fatto non riscuote particolare importanza nello svolgimento della trama.

Notiamo che il protagonista, il commissario Malaspina, tanto quanto l’antagonista hanno i tratti tipici dei thriller appena descritti: l’investigatore è un uomo tormentato con un segreto che lo segue dal passato e che si riverbera sul suo agire presente e il serial killer ha invece un trauma mai superato.

Siena oscura

La citta di Siena è la coprotagonista, appare in molte pagine ed è raccontata attraverso le sue pietre e le sue tradizioni, prima tra tutte quella del celebre Palio. Ma, per l’appunto, è raccontata al lettore che ne resta distante, non riesce a immergersi nei vicoli e nella storia cittadina e resta ad osservarla con distacco. E scivolare in quello che tecnicamente si definisce infodump è un attimo.

Infine i personaggi di contorno non hanno una particolare caratterizzazione e restano confinati in un secondo piano.

Lettura veloce senza particolari segni distintivi.