La condanna del silenzio di Arwin J. Seaman, Edizioni Piemme
Terzo episodio per i crimini nell’isola di Liten. La verde e tranquilla isoletta nel giro di pochi anni è diventata un centro di crimini e misfatti. Se all’inizio i turisti sciamavano per vedere i luoghi dei delitti, un po’ alla volta l’interesse è scemato e così le attività turistiche di Liten iniziano a essere in difficoltà.
E così nel bel mezzo di una settimana tempestosa scompare un’altra ragazza. La polizia della terraferma ignora il caso perché la giovane Kysa è, se pur da poco, maggiorenne. Ma Owe Dahlberg, il capo della polizia locale, è convinto che Kysa sia vittima di un rapimento e che sia in pericolo.
In una corsa contro il tempo la piccola squadra investigativa di Liten, con l’aiuto dell’immancabile Henning, verrà a capo del mistero. E quello che si scoprirà getterà nuove ombre sull’isola e i suoi abitanti.
Un microcosmo malato
Ritroviamo i personaggi che abbiamo iniziato a conoscere nelle precedenti puntate, Omicidio fuori stagione e Un giorno di calma apparente: Kai, Annelie, Owe ed Henning per quanto riguarda gli investigatori, la compatta famiglia Andersson che vuole riscattarsi e naturalmente la giovane Malin, più matura ma non troppo, ancora contornata dalla squadra di “balie”.
La scrittura è scorrevole ma il libro non riesce a decollare. La trama è sempre più forzata e l’ambientazione asfittica dell’isola non offre al lettore nuove prospettive.
Conosciamo gli abitanti con i loro pregi e difetti, soprattutto difetti, che rendono quel piccolo pezzo di terra in cui vivono una località malsana infestata da avidità, violenza, rabbia. Un microcosmo dove la natura umana potenzia la negatività intrinseca in qualsiasi gruppo sociale proprio a causa del perimetro angusto in cui è costretta a vivere.
L’isola, simile a quella descritta da De Michelis ne La montagna del lago, è un luogo non luogo dove bene e male, passato e presente si affrontano. L’uno è inventato di sana pianta, l’altro è reale ma adattato alla finzione. Entrambi però giocano sui confini limitati dell’orizzonte e sul braccio di mare che li separa dalla terraferma e sugli abitanti che nascondono segreti inconfessabili.
Scontro generazionale
Sullo sfondo di Liten sempre la tematica dello scontro generazionale tra adolescenti inquieti in cerca della loro strada, possibilmente fuori dall’isola, e gli adulti legati visceralmente al loro luogo di origine e disposti a difenderlo ad ogni costo. La distanza tra i due mondi sembra incolmabile tanto che tutte le vittime sono sostanzialmente giovani, più o meno viziati, che non riescono a trovare il loro posto nel mondo mentre gli adulti stanno a guardare incapaci di comprenderne le esigenze.
Mi chiedo quanto possa continuare con la saga perché l’isola sta diventando il centro di tutte le disgrazie possibili, quasi fosse la città di Buffy che attira tutti i demoni e i vampiri. Il rischio è che le trame perdano credibilità di volta in volta, tanto più che essendo limitato il numero di abitanti prima o poi dovranno diventare tutti dei criminali…