L’ultimo pinguino delle Langhe di Orso Tosco, Rizzoli editore
Il commissario Gualtiero Bova ha un’indole pigra e scontrosa e vive da solo con la sua amata bassottina, Gilda gildina. La sua andatura oscillante e la sua corporatura massiccia, che ricorda vagamente una pera, sono all’origine del suo soprannome: Pinguino. È da poco arrivato a Mondovì, nelle Langhe, e si trova per le mani un caso insolito. Il corpo di una ragazza viene ritrovato sulle colline durante la corsa mattutina da Rufus Blom, un ricco uomo d’affari svizzero che dimora poco distante. Il fatto strano è che sulla schiena della ragazza è scritto proprio il nome di Rufus, quasi fosse un messaggio a lui indirizzato. Il Pinguino inizia le sue indagini partendo proprio da Blom testimone che risulta in qualche modo coinvolto nel delitto. E intanto una strana setta guidata da un crudele capo che si fa chiamare Notaio agisce nell’ombra…
Il Maigret delle Langhe
Il commissario con i baffi, la coppola con il paraorecchie, il completo in velluto a coste, le bretelle, la pipa e un fiuto eccezionale ricorda alla lontana il celebre Maigret. Contrariamente all’intuito del commissario francese, i suoi procedimenti mentali sono oscuri e tortuosi e si esprimono attraverso quadruplette di parole, a volte in rima, che servono a raccogliere i pensieri e a costruire un percorso, ignoto al lettore, che lo conduce alla soluzione del caso. Inoltre, contrariamente a Simenon, manca l’attenzione all’aspetto umano e sociale dei protagonisti, e alle ragioni che muovono il colpevole e che lo spingono all’atto criminale.
I collaboratori del Pinguino restano in secondo piano: Raviola che pensa solo alle donne, Listeddu, che ha l’arguzia del Catarella di Montalbano e la giovane Telesca, dall’intelligenza vivace e sempre attenta.
Tutti i personaggi, in generale, non riescono ad avere una sufficiente caratterizzazione e restano rinchiusi in descrizioni superficiali o, talvolta, sopra le righe.
In secondo piano è anche l’ambientazione collinare dai colori sfumati e dalle nebbie incalzanti, tra boschi e morbide colline che si susseguono in un malinconico autunno.
Racconti in parallelo
La trama si snoda in modo non sempre lineare e si alternano i due racconti in parallelo, ma destinati a incrociarsi, della setta del Notaio e della famiglia Blom.
“Anche i lunedì speciali, quelli capaci di cambiare il corso di un’intera esistenza, iniziano come un giorno qualsiasi. Questo è ciò che rende la vita meravigliosa e al contempo terrificante. Si può soltanto procedere con la navigazione sperando che i venti e le correnti siano benevoli, e che le tempeste ci piombino sulla testa quando siamo al sicuro, o almeno pronti a dar battaglia.”
L’incipit è accattivante ma il prosieguo non riesce a mantenere vive le speranze. La scrittura è scorrevole, venata di ironia, senza particolari tratti distintivi. Una lettura veloce per un pomeriggio tranquillo estivo.